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I biomarcatori cardiaci sono enzimi, proteine e ormoni che sono associati con la funzionalità cardiaca. Alcuni di essi sono specifici per il cuore mentre altri si ritrovano anche in altri distretti, come i muscoli. I biomarcatori cardiaci sono usati a scopo diagnostico quando si sospetta un infarto acuto del miocardio (IMA). La maggior parte dei casi di infarto acuto del miocardio (IMA) si presenta con il classico dolore toracico e alterazioni dell'ECG, ma nel 25% dei casi non si hanno queste manifestazioni. Per la diagnosi di infarto quidi è decisivo l'ausilio del laboratorio.
In particolare i markers cardiaci comprendono la mioglobina, la creatina chinasi (CK), la frazione MB della creatina chinasi (CK-MB), l'aspartato aminotranferasi (AST), la lattico deidrogenasi (LDH), e la troponina. Queste molecole sono intracellulari e si ritrovano nel sangue circolante a livelli molto bassi. Quando le cellule cardiache vanno in necrosi liberano queste molecole nel sangue, dove possono essere facilmente rilevate.
Lo scopo dei markers cardiaci è di essere capaci di determinare la presenza e la gravità di una condizione cardiaca acuta in modo da poter iniziare prima possibile i trattamenti terapeutici adeguati.
La caratteristica dei markers cardiaci è che nell'organismo hanno differenti tempi in cui i loro livelli aumentano, raggiungono il massimo e poi scendono, consentendo di essere usati per seguire il decorso dell'attacco cardiaco.
Ci sono diversi parametri per valutare la salute del nostro cuore e del sistema circolatorio. Si può effettuare un screening del rischio cardiovascolare valutando alcuni parametri che possono darci un giudizio sulla salute del nostro cuore e capire anche se il nostro stile di vita e le nostre abitudini alimentari siano corrette. Inoltre, questo screening, può essere un indicatore per prevenire l'insorgere di patologie come ipertensione, angina, ictus e scompenso cardiaco.
I parametri da prendere in considerazione sono: